In questi giorni sono alle prese con la decisione di prendere o meno uno di quei marsupi ergonomici di cui impazzano le recensioni on line. Già ne ho uno a disposizione, gentilmente prestatomi da una coppia di amici, ma pur essendo made in Italy, lascia le gambine dei piccoli a penzoloni. E questo "non va assolutamente bene", a sentire gli integerrimi “filosofi" del “portare”. Eh sì, perchè a proposito di marsupi e fasce porta-bebè pare ci siano delle vere e proprie scuole di pensiero, che uniscono genitori di tutte le razze in giro per il mondo.
Ad ogni modo, un’amica mi ha prestato il suo Manduca (design tedesco, fabbricazione cinese) e l’ho provato stamane per la prima volta. Tutti ne parlano gran bene, e a ragione. Perché per essere ergonomico, lo è a meraviglia (il bebè sta col culetto basso, la schiena a C e le gambette divaricate a M sulla pancia del portatore). Così come saranno senz’altro ergonomici l’Ergobaby (il diretto competitor del Manduca) e tutte le fasce del mondo. Basti pensare che il mio piccolo si è addormentato nel marsupio prima ancora di uscire dalla porta. Ma pochi specificano che, almeno d’estate, si suda. Eccome! Per carità, quella odierna è una delle giornate più calde di tutta la stagione, ma dopo neanche 10 minuti di discesa (discesa!) io e il mio piccolo avevamo le pance inzuppate. E sfido chiunque a sostenere che questo sia ergonomico. E non è colpa del Manduca in sé, perchè è evidente che due corpi, uno contro l’altro, se fa caldo, si fanno ancora più caldo, che siano stretti in un (qualsiasi) marsupio o in una qualsiasi fascia.
Insomma, lo compro o non lo compro (nuovo a circa 100 euro su Amazon)? Lì per lì ho pensato di no, nemmeno usato, se non a un prezzo inferiore a 60 euro. Perché il mio piccolo, tanto piccolo ormai non lo è già più (6,750 chili ad appena due mesi!) e, nonostante sui libretti di istruzioni scrivano che questi marsupi possono portare bimbi fino a 18 chili, sfido chiunque a farlo. Già stamane i quasi 7 chili di mio figlio si sentivano, per quanto siano ben distribuiti. Ma l’anno prossimo, quando inizierà a camminare e poi a sfrecciare sulla bici senza pedali, voglio vedere se mi verrà in mente di caricarmelo addosso; e se lui comunque si farebbe caricare addosso.
Tuttavia camminare con tuo figlio rannicchiato addosso, a portata di bacio, senza fare fatica, è una sensazione impagabile. Una droga, direi piuttosto, di cui ho deciso di abusare almeno nelle mezze stagioni, quando è anche piacevole scaldarsi a vicenda, pancia a pancia. Perché anche d’inverno, in effetti, la vedo dura col marsupio, tra cappotti e giubbotti che non stai certo a toglierti di continuo entrando e uscendo dai vari ambienti. E poi c’è la montagna: fra 10 giorni, ad esempio, partiamo per Bad Kleinkirchheim (Austria), dove ho intenzione di sfruttarlo nei sentieri, complici le temperature più miti rispetto a qui in collina.
In definitiva, in estate e in inverno, io voto per il passeggino. In primavera e autunno per il marsupio, perlopiù quando voglio fare percorsi in cui le quattro ruote non vanno avanti, o commissioni che mi richiedano l’uso delle mani. Ragiono insomma in base a quello che ritengo il maggior comfort per il mio bimbo, prima ancora che per il mio. “Droghe" permettendo. ;-)